Michele Lomazzi Head of P&C Product Wopta Assicurazioni - Articolo blog speciale giugno 2024

Assicurazione aziende: il rischio di Business Interruption per imprese e professionisti

Michele LomazziHead of P&C Product di Wopta Assicurazioni

28/02/2024

Il rischio di Business Interruption nelle PMI

Nell’ultima Wopta Pill (disponibile a questo link) abbiamo fatto riferimento a quanto emerso dalla ricerca annuale Allianz Risk Barometer 2024, secondo cui la Business Interruption, ovvero l’interruzione dell’attività dell’impresa, è il primo rischio più temuto dalle imprese italiane, seguito dai Cyber Incident e dalle Catastrofi Naturali. In questo articolo, approfondiremo il concetto di Business Interruption dalla prospettiva tecnica dell'industria assicurativa, analizzando le sfide che presenta e le soluzioni proposte per mitigarlo.

Che cos’è la Business Interruption e quali impatti sull’azienda

La Business Interruption si riferisce all’interruzione dell’attività di un’azienda (produzione, commercializzazione, servizi) e le relative conseguenze che, nel breve periodo, si esprimono in termini di perdita di fatturato o di maggiori costi per la più celere ripresa dell’attività, e, nel medio e lungo periodo, di perdita quote di mercato, a volte irrecuperabili. Il danno netto, per un’azienda che deve interrompere la produzione è quindi pari a:

  • Maggiori costi per riprendere l’attività
  • Minore fatturato rispetto al budget, calcolato per un periodo fino al ritorno (se possibile) ai volumi produttivi pianificati ante interruzione (e non è detto infatti che sia possibile)
  • Al netto dei costi variabili non sostenuti per il periodo di forzata inattività/minore attività.

Può trattarsi di un danno di grande entità, che, tuttavia, soprattutto micro, piccole e medie aziende italiane tendono a sottostimare, non trattare e, ancor di più, non assicurare, se non con una partita che generalmente indennizza +10% del danno diretto. Una copertura esigua, considerando che l’evidenza empirica mostra che il danno indiretto sia in genere non una frazione, ma un multiplo di quello diretto.

Non dimentichiamo anche i danni in termini di ricaduta occupazionale sul territorio, che derivano dal fermo prolungato, se non definitivo, dell’attività di un’azienda. Qui ricadiamo anche nella responsabilità sociale dell’impresa stessa.


Analisi del rischio BI

Come insegnano le pratiche di Risk Management, è innanzitutto necessaria un’analisi dei rischi che possono determinare l’interruzione dell’attività, in quanto questa è sempre un danno “consequenziale” di un altro evento. Occorre quindi valutare la vulnerabilità delle aziende dai rischi puri ai quali sono direttamente soggetti i beni aziendali: incendi, catastrofi naturali, atti vandalici, attacchi informatici, furto, inquinamento… Bisogna mettersi in guardia anche da:

  • eventi che non interessano gli asset aziendali, quali lo stop nelle forniture di energia o della catena di approvvigionamento in genere (magari perché le aziende fornitrici sono a loro volta colpite da eventi dannosi o perché l’accesso stradale all’azienda è colpito da alluvione, sebbene l’azienda ne sia indenne)
  • eventi esterni quali guerre o terrorismo o eventi di natura politica (si vedano le attuali conseguenze delle tensioni nel Golfo di Aden, gli impatti avuti nelle forniture di gas conseguenti alla guerra in Ucraina)
  • eccesso di domanda (mancanza di microchip o materie prime nel periodo post-covid), e potremmo fare molti ulteriori esempi. È importante valutare accuratamente la perdita finanziaria che un'azienda potrebbe subire in caso di interruzione delle attività. Tale stima dipende da vari fattori, tra cui la causa dell'interruzione, la gravità dei danni e la capacità di ripristino dell’attività, fino al contesto del mercato, oggi globalizzato, in cui l’azienda opera, arena competitiva e filiera dei fornitori in primis.


Trattamento non assicurativo del rischio BI

Per mitigare il rischio, le imprese possono adottare diverse strategie, integrate tra loro, che definiscono il Business Continuity Planning (BCP), lo sviluppo piani di continuità aziendale, articolati per garantire la ripresa delle operazioni in caso di interruzione. Questi piani includono, in emergenza e nel breve periodo, procedure per la gestione delle emergenze, il ripristino dei sistemi informatici, di approvvigionamento, di produzione, di distribuzione o soluzioni alternative alla ripresa dell’attività in azienda. Esempi sono: la delocalizzazione della produzione, la diversificazione della catena di approvvigionamento grazie al mantenimento di relazioni con più fornitori, il cloud computing e la virtualizzazione in caso di danni alle infrastrutture IT o lavoro da remoto (covid docet). Merita menzione, inoltre, l’accesso a capacità produttive supplementari o alternative. Noto il caso di un’azienda di dolci natalizi che in passato, colpita da incendio, trovò capacità produttiva messa a disposizione da un concorrente . . . perché anche così si mitiga il rischio in ottica di ‘supporto reciproco’. Nel medio e lungo periodo, sarà invece necessario il supporto all’immagine aziendale, il rilancio delle vendite e delle quote di mercato. Sul mercato sono presenti aziende specializzate nell’intervento in emergenza che hanno l’obiettivo di supportare l’azienda nell’adozione di tale piano, fornendo soluzioni, strumenti e risorse per accelerare la ripresa dell’attività.

Cosa possono fare le assicurazioni

Il rischio di interruzione dell’attività rappresenta una sfida significativa per le imprese e l'industria assicurativa. Tuttavia, con un'analisi approfondita dei rischi, una valutazione accurata delle perdite e l'adozione di adeguate strategie di mitigazione del rischio, le imprese possono proteggersi in modo efficace da questo tipo di evento catastrofico.

Le Assicurazioni hanno poi un ruolo cruciale nel fornire soluzioni innovative e su misura per aiutare le imprese a gestire e trasferire il rischio residuale. Tuttavia, sosteniamo che non esista la soluzione ottimale valida per tutti, ma più soluzioni, o un mix di queste, da valutare nell’applicabilità a ogni singola azienda, per caratteristiche e dimensione.

Abbiamo già evidenziato come soluzioni semplicistiche, quali un indennizzo in percentuale del danno diretto, oltre che scorretto concettualmente, risultino essere insufficienti. Piuttosto si consiglia di adottare, secondo il caso, una o più delle seguenti soluzioni:

  • partite aggiuntive come “Maggiori Costi” per limitare il periodo di fermo e, sebbene non indennizzino il danno, queste mitigano le conseguenze dei costi addizionali sostenuti al fine di limitare la perdita di fatturato/margine;
  • garanzia selling price, altra soluzione (parziale) su merci in magazzino già vendute, limitando così le conseguenze sulla marginalità aziendale, in caso di danno alle scorte di prodotti finiti in attesa di consegna;
  • indennizzo in proporzione delle unità produttive non prodotte a causa del fermo, valida solo per linee di produzione omogenee, ma non per quelle differenziate;
  • coperture Loss of Profit e Margine di Contribuzione, per indennizzare le perdite di profitto o di margine di contribuzione, derivanti dal fermo, che ben si adattano a coprire il danno, ma necessitano di strutture aziendali di amministrazione, budget e una pianificazione adeguata, di cui non tutte le aziende, soprattutto piccole e micro, sono dotate.

Tuttavia, anche le micro e piccole imprese italiane devono poter fare affidamento su una copertura assicurativa in grado di tutelare dai rischi legati alla Business Interruption. E per queste realtà, la forma indennitaria a diaria, anche se con alcuni limiti dati dalla stagionalità o volatilità del mercato di riferimento, prevedendo l’indennizzo di un forfait, stabilito in polizza, per ogni giorno di fermo produttivo, è solitamente un modello piuttosto chiaro e comprensibile per i clienti, oltre che dimensionabile sulla realtà aziendale.

Wopta è il partner di rifermento per gli imprenditori e gli artigiani che cercano un’offerta tailor made per le loro esigenze. Wopta per te Artigiani e Imprese mette a disposizione delle aziende fino a 20 addetti e 7,5 milioni di euro di fatturato una risposta concreta per tutelarsi contro i danni causati da eventuali incidenti che minacciano la produttività aziendale. Per saperne di più è possibile consultare la pagina di prodotto dedicata o entrare in contatto con un esperto di Wopta per una consulenza dedicata alla propria azienda.