Michele Lomazzi ottobre 2024 - Wopta pill #19

Mutua o Assicurazione? Quale scelta per la sanità integrativa privata

Michele LomazziHead of P&C Product di Wopta Assicurazioni

28/10/2024

Mutua o Assicurazione? Quale scelta per la sanità integrativa privata

Negli ultimi anni è emerso che le famiglie, pur avendo accesso al sistema sanitario nazionale, si trovino sempre più spesso ad affidarsi ai propri risparmi.

Infatti, in base ai dati, nel 2023 la spesa sanitaria in Italia ammontava a 130,3 miliardi di euro per il settore pubblico e a 45,8 miliardi di euro per il privato, che rappresentava il 26% del totale. Di questa spesa privata, l'88,6%, corrispondente a 40,6 miliardi di euro, è stato coperto direttamente dagli italiani, mentre solo l'11,4%, ossia 5,2 miliardi di euro, è stato finanziato indirettamente attraverso compagnie assicurative, fondi sanitari e casse aziendali . In media, ogni cittadino italiano ha speso circa 700 euro all’anno. Nel contesto internazionale, l'Italia si posiziona al 10° posto tra i Paesi OCSE per il ricorso ai pagamenti diretti per le spese sanitarie. Un dato particolarmente rilevante è che, rispetto al 2022, l'intero aumento della spesa sanitaria è ricaduto sulla componente privata.

Quanto precede rende di tutta evidenza due considerazioni:

  • maggiore vulnerabilità ed esposizione ai rischi, soprattutto per le fasce di reddito più deboli, tanto più che altri dati dimostrano le persone con redditi più bassi ritardano le cure, a causa dei lunghi tempi di attesa nel SSN, non avendo alternative (31% di quelli con reddito familiare fino a 15.000 euro), mentre quelle con redditi più elevati si rivolgono al privato o intramoenia senza nemmeno prenotare nel SSN (63,3% di quelli con reddito familiare oltre 50.000 euro)
  • le soluzioni assicurative non hanno saputo cogliere la domanda del mercato, sebbene il trend degli ultimi anni di raccolta premi nel ramo danni Malattia sia in costante crescita, +10,9% nel 2023 (superiore alla media rami danni) .

Società di mutuo soccorso: un’alternativa alle assicurazioni per la sanità integrativa

Una valida alternativa alle coperture assicurative sanitarie offerte dalle Compagnie di Assicurazione è rappresentata dalle società generali di mutuo soccorso che, sebbene affondino la loro storia in una legge costitutiva risalente alla fine del XIX secolo (Legge Berti del 1886) si caratterizzano per diversi aspetti che le rendono ancora oggi attuali come risposta alle coperture sanitare integrative. Le mutue e le società di mutuo soccorso sono iscritte all’anagrafe dei Fondi Sanitari Integrativi del Ministero della Salute ed operano secondo principi di mutualità e solidarietà. Questo modello si basa su un’idea di cooperazione reciproca, finalizzata all’assistenza ed al benessere di tutti gli associati con principio solidaristico: i soci partecipano equamente a costituire un fondo, che servirà per offrire un aiuto o una tutela a chi si troverà nella necessità di affrontare delle spese mediche, ed in virtù di ciò accettano di suddividere la spesa tra tutti gli altri soci (c.d. contributo).

Le Compagnie assicurative, al contrario, hanno un modello di business basato sullo scopo di lucro: ogni singolo assicurato trasferisce in capo all’assicuratore il proprio rischio relativo alle future spese sanitarie da sostenere in cambio di una somma di denaro (c.d. premio). L’assicuratore determina le condizioni adottando principi di selezione dei rischi: in fase di sottoscrizione ed ingresso nelle coperture, individuando i criteri di assicurabilità, a quali condizioni e ad un costo parametrato al rischio; durante la vita assicurativa del contratto potendo unilateralmente apportare modifiche a condizioni di copertura o pricing.

Quindi, analogamente, sia mutue che compagnie di assicurazione adottano criteri attuariali per la determinazione dei contributi mutualistici e dei premi assicurativi per accedere alle prestazioni, ma le prime si basano su criteri di più elevata mutualità tra i soci, le seconde su criteri di profilazione e più marcata de-mutualizzazione.

Da questa diversa impostazione di fondo che abbiamo evidenziato, discendono alcune dirette conseguenze, che riportiamo qui nel seguito:

  • calcolo del contributo o premio: le mutue richiedono il pagamento di un contributo in genere poco o per nulla diversificato per età. Talvolta esistono esclusivamente soglie, ovvero contributi per under – over una determinata età e con contributi che possono essere fissi nel tempo, oppure contributi calcolati per ampi cluster di età (es. 30-40; 41-50; 51-60, ecc.). Le compagnie calcolano il premio per età puntuale, spesso prevedendo anche un adeguamento annuale in relazione all’invecchiamento dell’assicurato;
  • standardizzazione coperture per nucleo single: le mutue calcolano il contributo in forma nucleo familiare indipendentemente da età e numero di componenti comprendendo anche il convivente more-uxorio ed i figli fino al 26° anno di età anche se non residenti (unica variabile può essere l’età del componente più anziano); le compagnie calcolano il premio in relazione all’esatto numero ed età dei componenti il nucleo familiare assicurato;
  • età massima assicurabile: le mutue generalmente dopo un determinato periodo di permanenza nel rischio continuativo (ad esempio 10 anni) e/o a condizione di essere entrati nel rischio entro una determinata età, concedono la copertura vita intera; le compagnie in genere definiscono un’età massima assicurabile raggiunta la quale le coperture cessano in ogni caso e solo alcune compagnie assicurative recentemente si sono adeguate, ma elevando i premi;
  • disdetta: le mutue non hanno facoltà di disdetta del contratto, solo l’associato può decidere di non rinnovare la copertura al termine di ogni annualità; le compagnie possono decidere, al termine del periodo assicurativo convenuto con il cliente (annuo o meno frequentemente una durata poliennale), di non rinnovare la copertura per sinistrosità o di rinnovarla a condizioni variate;
  • pregresse ovvero le patologie di cui il socio/assicurato ha sofferto in passato prima della sottoscrizione: le mutue dopo un determinato periodo di permanenza nel rischio continuativo (in genere 36 mesi) concedono una forma di copertura anche per le patologie pregresse; le compagnie, di base, non garantiscono le malattie pregresse o possono talvolta derogare parzialmente all’esclusione di tali patologie;

Mutue e compagnie di assicurazione sono invece accomunate in relazione alle modalità di servizio verso gli assistiti. Entrambe, al fine di migliori livelli di servizio, hanno oggi sottoscritto e definito degli accordi con le strutture sanitarie ed i medici per offrire ai propri soci e clienti un network convenzionato che consenta l’accesso alle cure e prestazioni sanitarie in modo agevolato ovvero con prenotazione e costi in carico alla mutua o compagnia (l’associato o assicurato pagherà direttamente alla struttura solo eventualmente la quota a suo carico per presenza di franchigie o scoperti o limiti di indennizzo). Nei casi in cui poi, eventualmente, la prestazione sia esclusa dalla copertura, c’è la possibilità di ottenere le prestazioni a tariffe agevolate.

Infine, un accenno alle differenze sotto gli aspetti fiscali, sia in fase di contribuzione che di erogazione delle prestazioni:

  • detrazione fiscale contributi: il contributo pagato da un associato persona fisica può essere detratto fiscalmente nella misura del 19% fino ad un massimo di 1.300 euro di spesa; i premi pagati su polizze assicurative, non sono fiscalmente detraibili
  • detrazione fiscale spese rimborsate: premesso che le spese sanitarie non rimborsate sono sempre detraibili nella misura del 19% (oltre la franchigia di 129,11 euro), quelle rimborsate, invece, sono detraibili in caso di polizza assicurativa, mentre, in caso di contratto mutualistico, solo per la componente di contributo non detratto (es. contributo pagato 2.600 euro, detratto 1.300 euro, le spese rimborsate sono detraibili al 50%)

Da quanto sopra traspare che l’adesione ad una mutua abbia l’effetto di garantire l’assistito nel tempo, proprio nei momenti di maggiore bisogno, con la certezza di non essere lasciato solo dopo una malattia o susseguirsi di patologie. Dall’altra parte, talvolta, le coperture mutualistiche possono prevedere maggiori scoperti o limiti di indennizzo, ma l’accesso al network convenzionato, sopperisce spesso a tale limite limitando o annullando tali scoperti o limiti di indennizzo.

Questo nuovo concetto di mutualità rappresenta innovazione e attualità. Un trend evidenzia che anche le stesse compagnie assicurative hanno cambiato visione negli ultimi anni nei confronti delle società generale di mutuo soccorso e alcune di loro rispondono al settore costituendo società similari da affiancare all’attività tradizionale.

Possiamo quindi concludere che l’impostazione mutualistica sia da vedere nel medio lungo periodo, quale capitalizzazione nel tempo dell’appartenenza alla mutua, al fine di garantire, attraverso la sottoscrizione di un piano sanitario mutualistico, per sé e per la propria famiglia, un beneficio costante, con costi noti e sostenibili, durevole e a vita intera, affinché l’assistito sia accompagnato dalla giovane età fino alla vecchiaia senza timore di essere, proprio in tali fasi, abbandonato.

Con queste premesse, Wopta Assicurazioni ha recentemente avviato una partnership con Aglea Salus Mutua, Società di mutuo soccorso, per lanciare Wopta per te Salute, completando così la propria offerta con piani sanitari, sia per clienti privati che per quelli business, e con soluzioni personalizzate di welfare aziendale sanitario.